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Vigna Clara: dall’abbandono alla rinascita dei trasporti a Roma


Roma, 1990. Due anni prima dell’inchiesta Mani Pulite che avrebbe fatto emergere all’opinione pubblica il sistema di finanziamento illecito ai partiti, vennero disputati in Italia i Mondiali di calcio. 9 appalti su 10 furono assegnati con trattativa privata, sottratti a gara pubblica. Fra le varie opere edificate per l’evento nella capitale, una si distingue per l’assoluta sproporzione fra risultati e risorse impiegate: la stazione Vigna Clara a nord di Roma.

Vigna Clara, la stazione che visse 8 giorni

La stazione Vigna Clara è stata il capolinea dei treni speciali che hanno accompagnato per soli 8 giorni i tifosi allo Stadio Olimpico dalla stazione di Roma Tiburtina fino alla stazione Olimpico-Farnesina (detta Farneto), stazione gemella della Vigna Clara. Sette chilometri di tratta costarono la bellezza di 81,5 miliardi di lire*, 79 milioni di euro odierni, quasi 10 milioni di euro a chilometro. Oggi i residenti della adiacente Via Monterosi assistono all’accampamento di indigenti senzatetto in quello che resta della vandalizzata stazione, che nel mentre è stata depredata di tutto ciò che c’era di valore, come ha documentato il Codacons in una recente inchiesta e i quotidiani locali.

L’anello mancante

Nel 2011 si è iniziato a progettare il ripristino della tratta riducendo la funzione della Farneto a sito di magazzinaggio e elevando quella della Vigna a stazione passeggeri inserita nella chiusura dell’anello ferroviario a nord di Roma con le nuove fermate di Pineto e Vigna Clara (riqualificate) e l’allacciamento a quella di Tor di Quinto, oggi capolinea. La stazione di Tor di Quinto è salita alle cronache per essere stata la stazione in cui è scesa Giovanna Reggiani, successivamente violentata e uccisa nel tragitto poco illuminato fra la stazione e la propria abitazione. 10 giorni dopo la stazione fu chiusa per riqualificazione per riaprire nel 2009.

Secondo Legambiente il completamento dell’anello contribuirebbe a togliere al degrado le zone che saranno attraversate dalla ferrovia e risolverebbe numerosi problemi nella mobilità cittadina romana da inserirsi magari in un incentivo agli scambi mezzi pubblici / bici. Ferrovie dello Stato ha iniziato rimettendo in sesto la tratta Valle Aurelia-Vigna Clara. La chiusura dell’anello sembra un po’ più vicina. Il progetto RFI “500 stazioni” prevede 50 stazioni del Lazio da riqualificare fra cui quelle che chiuderanno l’anello.

L’attenzione della cittadinanza deve rimanere alta per vigilare sulle spese delle infrastrutture e contribuire a togliere dalla morsa del degrado i quartieri aprendo ad una nuova idea di mobilità ciclabile e basata sul trasporto pubblico che deve trasformarsi da fonte di disagio quando non pericolo a un modo piacevole e sostenibile di muoversi in città anche di grandi estensioni come Roma.

Per saperne di più

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.